Veronica Gaido took her first steps in the photographic world as a teenager, before moving to Milan where she studied at the italian institute of photography and then in big cities to broaden her experiences attending cosmopolitan workshops. in 2001, collaborating at biennale di Venezia with Harald Szeemann for bunker poetic by Marco Nereo Rotelli.
In august 2002 she held her first exhibition “sabbie mobili“ at Massimo Rebecchi space in Forte dei Marmi, curated by Maurizio Vanni.
After the photographic experience Veronica Gaido has felt the need to change, to explore new prospects using a “drone” for aerial photography devoting herself to creating a video for the foundation Henraux, presented at the Milan triennale in 2010 and “through the view”.
In that same year, the photographer is part of the foundation award Henraux jury, chaired by Philippe Daverio, creating the project “awareness of matter”.
In 2013 she began a tour in India, Bangladesh that gave birth to “atman” curated by Enrico Mattei and Roberto Mutti to start a traveling exhibition that has visited Pietrasanta, Milan, London, Paris and New Delhi. after one year new project was born “mogador”, shot in port of Essaouira Marocco.
Veronica gaido muove i primi passi nel mondo fotografico ancora adolescente, trasferendosi prima a Milano, dove studia all’istituto italiano di fotografia e poi nelle grandi metropoli per ampliare le sue esperienze frequentando workshop cosmopoliti.
Nel 2001 collabora con la biennale di Venezia di Harald Szeemann per il bunker poetico di Marco Nereo Rotelli.
Nell’agosto del 2002 tiene la sua prima mostra “sabbie mobili” presso lo spazio di Massimo Rebecchi a Forte dei Marmi, curata da Maurizio Vanni.
Dopo l’esperienza fotografica Veronica Gaido ha sentito l’esigenza di cambiare, di esplorare nuove prospettive utilizzando un “drone” per riprese aeree dedicandosi alla creazione di un video per la fondazione Henraux, presentato alla triennale di Milano nel 2012.
Nello stesso anno la fotografa fa parte della giuria “premio fondazione Henraux”, presieduta da Philippe Daverio, creando il progetto “awareness of matter”.
Nel 2013 inizia un tour tra India, Bangladesh che ha dato luce al progetto “atman” curata da Enrico Mattei e Roberto Mutti per iniziare una mostra itinerante che toccherà Pietrasanta, Milano, Londra, Parigi e New Delhi.
Dopo un anno nasce il progetto “mogador” scattato nel porto di Essaouira.
Veronica Gaido took her first steps in the photographic world as a teenager, before moving to Milan where she studied at the italian institute of photography and then in big cities to broaden her experiences attending cosmopolitan workshops. in 2001, collaborating at biennale di Venezia with Harald Szeemann for bunker poetic by Marco Nereo Rotelli. In august 2002 she held her first exhibition “sabbie mobili“ at Massimo Rebecchi space in Forte dei Marmi, curated by Maurizio Vanni. After the photographic experience Veronica Gaido has felt the need to change, to explore new prospects using a “drone” for aerial photography devoting herself to creating a video for the foundation Henraux, presented at the Milan triennale in 2010 and “through the view”. In that same year, the photographer is part of the foundation award Henraux jury, chaired by Philippe Daverio, creating the project “awareness of matter”. In 2013 she began a tour in India, Bangladesh that gave birth to “atman” curated by Enrico Mattei and Roberto Mutti to start a traveling exhibition that has visited Pietrasanta, Milan, London, Paris and New Delhi. after one year new project was born “mogador”, shot in port of Essaouira Marocco.
Veronica gaido muove i primi passi nel mondo fotografico ancora adolescente, trasferendosi prima a Milano, dove studia all’istituto italiano di fotografia e poi nelle grandi metropoli per ampliare le sue esperienze frequentando workshop cosmopoliti. Nel 2001 collabora con la biennale di Venezia di Harald Szeemann per il bunker poetico di Marco Nereo Rotelli. Nell’agosto del 2002 tiene la sua prima mostra “sabbie mobili” presso lo spazio di Massimo Rebecchi a Forte dei Marmi, curata da Maurizio Vanni. Dopo l’esperienza fotografica Veronica Gaido ha sentito l’esigenza di cambiare, di esplorare nuove prospettive utilizzando un “drone” per riprese aeree dedicandosi alla creazione di un video per la fondazione Henraux, presentato alla triennale di Milano nel 2012. Nello stesso anno la fotografa fa parte della giuria “premio fondazione Henraux”, presieduta da Philippe Daverio, creando il progetto “awareness of matter”. Nel 2013 inizia un tour tra India, Bangladesh che ha dato luce al progetto “atman” curata da Enrico Mattei e Roberto Mutti per iniziare una mostra itinerante che toccherà Pietrasanta, Milano, Londra, Parigi e New Delhi. Dopo un anno nasce il progetto “mogador” scattato nel porto di Essaouira.